Ecco la prima delle banalità più illuminanti dopo aver camminato per ore sul crinale di camini di fate e valli rosse e rosa, fucine di monaci e asceti: la meraviglia non é riproducibile!
Che si tratti di una delle 100 chiese scavate nella roccia lungo la valle dell'ilhara, o di un'intera cittá costruita 15 piani sotto la terra, o di una cittá in cui dopo mille anni ancora si vive in case scavate nella roccia..
la meraviglia di questo luogo é un fatto irriproducibile!
Non so raccontare con esattezza ogni sfumatura delle mie emozioni/sensazioni; credo che la maggior parte di esse si avvicinino allo stupore.
Non é semplice comprendere che un popolo possa aver abitato per 1.000 anni un canyon lungo 15 km vivendo dentro pareti rocciose e solo per poter venerare il proprio dio senza la paura di essere perseguitato.
Altrettanto stupefacente é la storia della valle dell'ilhara protagonista di una "omologazione" etnica alla fine della guerra turco/greca del 1923: ogni famiglia greca (di fede ortodossa) venne allontanata da questa valle e rimandata in Grecia. Mentre ogni famiglia turca nata e vissuta in Grecia fu rimandata indietro in questa valle.
Furono perciò "sradicati" due popoli interi con il risultato che i turchi tornati in Turchia si trovarono con più di 100 chiese bizantine e una eredità artistica e culturale di cui non avevano alcuna cognizione.
É stupefacente come nessun abitante del luogo, neppure le guide, sappia dire con esattezza la ragione di questo rimpatrio forzato. Ogni storia é simile e allo stesso tempo dissimile dalle altre, ma l'epilogo é sempre e comunque l'abbandono di questa terra.
A questo mio stupore ho sommato quello nei riguardi di un popolo talmente ingegnoso da costruire intere città sotto il livello terreno: cittá perfette, profonde talvolta anche fino a 15 piani, pensate per proteggersi dalle persecuzioni durante il periodo iconoclasta.
Tanta era la forza dei monaci, degli asceti e del misticismo in Cappadocia, che l'impero non poteva ignorare e non desiderare di "dominare" tanto potere.
Eppure, nonostante gli abbandoni, le distruzioni, la coesistenza di culture e poi di religioni diverse, questo piccolo lembo di terra rimane ancora, dopo mille anni, intriso pienamente della sua forza mistica...
Al punto che in cima ad uno di quei camini di fate mi sembrava che il tempo non avesse più tutto quel significato e che il mio occhio, seguito dal mio ricordo, fossero l'unico espediente umano per riprodurre la meraviglia!
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